Sono quindici giorni molto tristi, è successo ancora, un uomo ha avuto il potere di riempire il mio vuoto per qualche mese e poi ha scelto di condividere la vita con qualcun altra.
Tradita, smembrata, svuotata sono le sensazioni che mi tengono compagnia. Ho pianto tutte le lacrime a disposizione, ho il viso che probabilmente ha un solco, il gusto salato delle mie lacrime mi tiene compagnia e l’unico pensiero presente nella mia testa è: “non sento lo stesso vuoto”, “questo vuoto non è così straziante”, “probabilmente è giusto così!” .
Quando Vittorio mi ha raccontato di aver trascorso la sera precedente con un’altra, la mia reazione è stata paradossale, ho voluto conoscere ogni istante e mentre mi raccontava delle farfalle nello stomaco, la mia mente continuava a ripetere: “il brivido della mano sulla schiena lo conosco bene, sicuramente è un grande amore” le uniche parole proferite dalla mia bocca furono: “si tratta di Nadia” lui guardandomi stupito mi rispose: “ come fai a saperlo?”, “sensazioni, sensazioni è basta, sono felice del vostro grande amore vai!”.
In meno di due giorni, si svuota l’appartamento è oggi a distanza di una settimana mi ritrovo sola, nel mio letto, la sensazione di freddo entra nel mio stomaco e non riesco a far altro che pensare al brivido, Vittorio, una storia tra tante, litigiosa, fastidiosa e incompatibile alla ricerca di quel brivido provato un istante tanti anni prima.
Come è possibile che un brivido durato un istante e prolungato per un anno nella mia adolescenza continui a interferire nella mia vita in maniera così costante, questa è la domanda che continua a ronzarmi nella testa, sento il vuoto ma un vuoto che qualcuno qualche anno prima di Vittorio ha lasciato indelebile nella memoria corporale, da allora non credo di essere abbastanza e mi accompagno con qualcuno alla ricerca del pieno che non è nient altro che vuoto.
Il freddo continua a far parte di me, l’altra metà del letto è vuota e sono indecisa se vivermi il vuoto fino in fondo o alzarmi da questo maledetto letto e costruire qualcosa, una domanda che non si ripete ma rimane stampata nella mia mente, prende forma e assume colore, è il retropensiero che sta nella mia mente e guida queste giornate è semplicemente una: “Chi sono io?”, mi ritrovo superati i venticinque anni a pormi la stessa identica domanda, questa si ripresenta ogni volta che chiudo la porta a una relazione, mi domando come mai sistematicamente sono alla ricerca di qualcuno che riempia il mio vuoto, cambio le mie abitudini, la mia vita e poi…perdo me stessa.
Non sono mai riuscita a far durare una relazione più di un anno e mezzo. Tutti mi dicono sei giovane, ma alla fine cosa mi interessa, giovane o no, ho il tempo di scadenza un po come nelle merendine o nei cibi, trascorso il tempo necessario accade qualcosa per cui tutto va a “puttane” e io ripeto le mie domande, i miei schemi e sono sempre ferma nello stesso punto.
MartulinaGas
12 novembre 2016 at 14:49
Anch’io ho pubblicato sul mio blog una foto in bianco e nero, anche se successivamente virata su toni blu: http://wwayne.wordpress.com/2013/10/27/l-ultimo-vero-bacio/. Che ne pensi?
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12 novembre 2016 at 19:47
se ti riferisci alla foto, purtroppo non è mia, presa da internet, foto che mi ha sempre colpito molto. Penso che ogni foto abbia una vita e questa si eccezionale, la tua trasmette intimità e connessione…tu cosa ne pensi?
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12 novembre 2016 at 23:52
Che sono entrambe delle foto molto belle, anche se la tua mi ha emozionato molto di più.
E a proposito di cose emozionanti, colgo l’occasione per consigliarti questo splendido film: https://wwayne.wordpress.com/2016/11/12/i-mitici-anni-80/. Grazie per la risposta! 🙂
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14 novembre 2016 at 17:56
sicuramente guarderò il film grazie per il consiglio, Grazie a te
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14 novembre 2016 at 18:49
Se ti va, poi fammi sapere come l’hai trovato. Se invece non dovessi più sentirti, per me avertelo fatto scoprire è già una grande soddisfazione. Buona serata! 🙂
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14 novembre 2016 at 12:53
Non riuscirò mai a capire come mai esseri biologicamente ed intellettualmente superiori quali reputo le donne abbiano quasi tutte lo struggente bisogno di un uomo al loro fianco (e te lo dico da uomo). Ma ancora peggio è il fatto che, pur di colmare quel vuoto, per una smania e fretta che forse è uno strascico biologico di procreazione o istinto materno, arrivano spesso a “convincersi” che quello che hanno sottomano al momento sia quello giusto…per poi rimanere deluse. Attesa ed attenzione, questo ci vuole per non incorrere in errori e direi che tu di tempo ne hai… 😉 In bocca al lupo!
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14 novembre 2016 at 17:53
è un racconto di un periodo passato, scriverò il seguito e allora potrai sapere che dietro quel vuoto c’era qualcosa di così incolmabile che distrutto che mi ha portato a trovaare poi una sorta di equilibrio. 😉 . Stare soli e imparare a starci non è così semplice, ne scontato sopratutto da ragazza con un lavoro precario.
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